Commissione Trasporti del 22 Giugno 2022

23 Giu, 22Auto, Azioni collettive, News

Commissione Trasporti del 22 Giugno 2022. 
La relazione del Presidente, Francesco Artusa.

E’ il 22 di giugno, c’è un caldo africano e la Commissione Trasporti indice un’audizione per le 8.15 di mattina. Basta questa premessa per capire che non ci sia da attendersi granché, anche in termini di presenza degli onorevoli. E infatti l’aula è a dir poco deserta.
Sistema Trasporti ha ribadito il sostegno all’art. 10 del DDL concorrenza non per ragioni ideologiche, di sostegno al governo o intenti liberalizzatori, ma semplicemente come unica ipotesi di riforma che c’è sul campo.

Intanto che le aziende sono schiacciate dai costi, dalla burocrazia, da un’onda anomala di lavoro che fatichiamo a gestire anche per mancanza di collaboratori e autisti, il Parlamento non ha mai aperto il fascicolo Legge 21/92 per recepire la sentenza della Corte Costituzionale 56/20 che ha abrogato il rientro in rimessa dopo ogni servizio.
Dunque se il governo si volesse occupare di una territorialità che sia economicamente sostenibile, di eliminare il foglio di servizio elettronico e soprattutto il ritiro della carta di circolazione per qualsiasi infrazione, per noi è il benvenuto.

A questa considerazione ha risposto un po’ piccato l’On. Davide Gariglio (PD) sostenendo che non è vero che il Parlamento non abbia fatto nulla negli ultimi due anni, ma che anche loro sono in attesa dei decreti ministeriali dal 2019. Ora, a parte consigliare all’Onorevole Gariglio l’utilizzo di un calendario per scoprire che il 2020 viene dopo il 2019, il problema è un altro e cioè che l’Onorevole, come un qualsiasi tassista, vorrebbe che il Governo procedesse al completamento di una legge che poi il Parlamento DEVE (non dovrebbe) cambiare di nuovo poiché da un lato svuotata dalla Corte Costituzionale e dall’altro -foglio di servizio-, picconata dai garanti della privacy italiano ed europeo.
Davide Gariglio è perfino tra i relatori che dovrà redigere ed inviare al Governo il parere della commissione.

Alla fine la delega passerà e contestualmente non ci sarà alcuna modifica alla Legge in questa legislatura. Troppe le questioni ritenute più importanti in un clima da campagna elettorale e a pochi mesi dal semestre bianco in cui quasi tutto viene rimandato alla legislatura successiva.

Più interessanti gli spunti sulla deriva della rappresentanza in ambito NCC, un qualcosa ormai di talmente inutile, superficiale, sconclusionato da interrogarsi se valga ancora la pena di intervenire in queste occasioni che ormai sono passerelle a beneficio dei presenzialisti.
Da una parte abbiamo visto le solite associazioni “bianconere” chiedere lo stralcio dell’articolo 10. Stralcio significa eliminare, eliminare significa che gli associati di Confartigianato, Casartigiani e Lega Coop (sempre che ci siano e/o si interessino a qualcosa che vada oltre la tenuta della contabilità) siano contenti di compilare il foglio di servizio o di vedersi ritirato il libretto se capitasse di dimenticarlo. Anche la narrazione è uguale a quella dei tassisti: “no alla liberalizzazione”. Il che francamente è strano dato che la delega è incentrata su licenze e autorizzazioni che, come è noto (almeno a noi) sono inconciliabili con qualsiasi ipotesi di liberalizzazione.
Per farla breve, parlano come i tassisti, presentano le stesse proposte dei tassisti, (che siano tassisti??), ma rappresentano gli NCC. Mah.

Dall’altra parte invece, alcune sigle (soprattutto romane con un paio di eccezioni), hanno deciso di farsi rappresentare dalla nota multinazionale. Nulla che non sapessimo già prima, anche noi avevamo ricevuto la convocazione ad una videoconferenza da parte dell’azienda. Solo che noi non abbiamo capito perché avremmo dovuto intervenire, altri invece l’hanno capito e hanno proseguito su quel percorso fino a delegare a un terzo il loro intervento.
Per carità, nulla da eccepire nei confronti dell’azienda che tutela i propri interessi, quello che non mi spiego è a cosa servano 20/30 e più sigle se poi si delega la rappresentanza.
Certo, è pur vero che, ad esempio, 60 persone restano 60 persone anche se le dividi in 30 associazioni da due associati l’una, ma è comunque un pessimo segnale. Per la prima volta dal 1998, ovvero da quando è iniziata la mia avventura, mi sono vergognato di essere un NCC.
Dopo aver ceduto il 30 e più% sul nostro fatturato, dopo aver visto crollare la tariffa del singolo servizio anche di 10 volte, ora regaliamo anche la rappresentanza.
Tra i nostri compiti c’è anche quello di immaginare un futuro e lavorare per costruirlo.
Un futuro che non ci veda tutti sottomessi o peggio alla stregua dei riders balzati alle cronache.

Se tutto questo interessa, allora cresceremo, lotteremo e alla fine vinceremo.
Altrimenti ognuno si tenga i suoi 30 denari, sperando che bastino ad una vita dignitosa.

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