ormai è evidente come le intenzioni scritte da Governo e Parlamento si trasformino in aeroplanini di carta nelle aule giudiziarie. Non gliene frega nulla e l’hanno già scritto (solo che le loro sono sentenze) almeno 5 volte.
Non gli importa delle circolari, degli atti che accompagnano i decreti, dell’antitrust e perfino dei pareri del Consiglio di Stato che dovrebbero ispirare il legislatore (che glielo ha chiesto). E sapete che c’è? Hanno ragione! Dopo che il primo Giudice (in ordine temporale) ha sentenziato che il 29/1 quater è in vigore, gli altri si sono accodati sulla stessa linea.
Ma hanno mandato un messaggio semplice al Parlamento: se volete sospendere la norma scrivetelo di nuovo come avete fatto nel 2009. Sembra semplice, infatti lo è. O meglio, sarebbe semplice se non avessimo un parlamento che assomiglia a un circo, zeppo di equilibristi in salsa democristiana, raccomandati, nominati e via di questo passo.
Gente che non ha la dignità necessaria a rappresentare e difendere una Istituzione che si chiama parlamento. Gente che accetta di buon grado di essere derisa da un altro potere dello Stato e questa è solo l’ultima delle occasioni in cui la Magistratura si sostituisce al potere legislativo per inettitudine di chi non lo esercita.
L’ennesimo Governo del fare non riesce a fare due righe in un decreto. Fa circolari, osservazioni, approva ordini del giorno, ma un decreto proprio no. Perché? Semplice: pavidità. Restando nel mezzo riescono a tenere buoni i tassisti mentre con gli ncc guadagnano tempo.
Ogni procedimento giudiziario richiede un tempo infinito ci vorranno due secoli per farci fuori tutti. Non è chiaro se sia questa l’intenzione ma se ce lo dicessero almeno potremmo organizzarci. Questo è l’unico aspetto che mi interessa.
Nel resto del merito abbiamo un piccolo gruppetto di persone che si sono dilettate (si dilettano ancora?) in un servizio illecito (quello di U) e pretendevano di farla franca usando le stesse supercazzole che abbiamo letto su certi giornali. Cose tipo “la rimessa è nello smartphone” (vabbè), la rimessa compromette l’efficienza (se vuoi fare il lavoro del tassista senza la giusta licenza non c’è dubbio), e il classico art. 41 della costituzione.
Quello sulla libera impresa che nel Noleggio non è mai esistita per il semplice fatto che è necessaria una autorizzazione pubblica e per quelle agevolazioni alla circolazione che non spettano alle altre libere imprese. Un po’ come fare sesso col preservativo per poi fare causa alla moglie perché non rimane incinta. Ma loro son così. I fenomeni 2.0.
Quelli che non solo violano la legge e il codice della strada, ma hanno l’arroganza di sentirsi al di sopra dell’una e dell’altro. Peccato che così facendo abbiano dato l’occasione al TAR di tirare un’altra mazzata su tutti i loro colleghi, specie in Lombardia.
Statene certi, loro non chiederanno scusa. Ma chiunque non voglia fare il tassista con la licenza sbagliata o chiunque ne abbia abbastanza dei controlli ossessivi che servono a cercare loro, chiunque non sentisse la necessità di una legge barbara perché non si è prestato a farsi sfruttare per arricchire gente già ricchissima, può portare loro i ringraziamenti più sinceri.
Il Presidente
Francesco Artusa
Nel seguente link trovate la sentenza in formato PDF.