è divertente (si fa per dire) che fummo accusati di voler “ingannare” gli NCC tesserando con noi dei colleghi che in realtà volevano aderire ad un’altra sigla col nome molto simile depositato DOPO il nostro.
Sarò sfortunato io ma a me, anche se saltuariamente, capita il contrario ovvero che mi vengano chiesti chiarimenti su iniziative degli altri.
Per cui, vista la delicatezza della questione e la disinformazione come caratteristica della rete e del passaparola da piazza, tocca precisare che né io, né chiunque altro in seno alla nostra federazione FAI TRASPORTO PERSONE, ha nulla a che vedere con una “conferenza” che pare si terrà a Milano negli uffici di Uber.
La nostra linea è nota e la coerenza a noi non fa difetto.
E’ vero, chiunque ha diritto a cambiare opinione, ma forse è un po’ eccessivo passare dall’amministrare la pagina “uber no thanks” a fare l’ospite d’onore a casa di uber.
Non che la cosa ci appassioni granché. Resta da capire, per noi addetti ai lavori se la linea di Confcommercio sia quella del VicePresidente Paolo Uggè (nonché Presidente di Conftrasporto) che pochi mesi fa solidarizzava con i tassisti a proposito dello sciopero poi ritirato contro Uber Black (il pop è già stato bandito) come riportato da Il Giornale o se sia libera nella galassia di quelle associazioni che aderiscono a Confcommercio e Conftrasporto.
Uber resta e resterà uber. La quantità al posto della qualità, il caporalato contro l’artigianalità. L’espansionismo tipico del liberismo più sfrenato che porterà presto all’aggressione di tutti i comparti nei quali si possa inserire un intermediario. Trasporto persone e merci.
Nessuno è al sicuro dal sistema “ti piace vincere facile” dove si costruisce un impero finanziario sulla intermediazione, si realizza il profitto sul margine preteso dal “collaboratore” e sull’aggiramento delle tasse MA, si declina ogni responsabilità spacciando i “dipendenti” per indipendenti sui quali ricade sia il rischio d’impresa, sia la mano pesante delle forze dell’ordine come documentato poco tempo fa a Venezia a proposito dei cosiddetti Bed and Breakfast abusivi.
Stare dalla parte degli artigiani e delle PMI Italiane che con immensi sacrifici cercano di competere sul mercato è la scelta che abbiamo fatto e che rivendichiamo con orgoglio.
Sarebbe opportuno che tutte le organizzazioni dicessero chiaramente da che parte stanno perché non si può rimproverare sempre e soltanto alla politica di non far niente o di operare con la vecchia logica del cerchiobottismo se poi ci si comporta allo stesso modo.
Il Presidente,
Francesco Artusa.