La procura aprì un’inchiesta e scoprì un centinaio di tassisti sprovvisti del requisito indispensabile dell’onorabilità e sospese quelle licenze.
L’allora sindaco Alemanno concesse in tutta fretta licenze provvisorie in numero pari a quelle sospese.
Nel 2018, alla vigilia di capodanno e alle 2 di notte, il Ministro Toninelli fece approvare un decreto legge mortifero per gli NCC per un sostanziale monopolio tassista, non dimenticando di rassicurare su Facebook durante la notte sul rispetto degli impegni presi.
Pochi mesi dopo il viceminstro Rixi si dimise per una condanna in primo grado per peculato. Tra le varie spese contestate vi erano 600 euro in un’armeria che il responsabile per i trasporti della Lega ha giustificato con l’acquisto di fumogeni necessari ai tassisti per una manifestazione a Genova.
Pochi giorni fa, nonostante il parere favorevole dell’agenzia delle entrate, il movimento cinque stelle (lo stesso del ministro Toninelli e della Sen. Taverna, nota anche per i suoi trascorsi rapporti con l’ala più intransigente dei tassisti romani), ha respinto semplici emendamenti, anche di maggioranza, per l’equiparazione tra taxi e NCC nell’esenzione dallo scontrino fiscale elettronico. In tutto questo gli appelli del garante della concorrenza per una legge che favorisca la competizione, cadono sistematicamente nel vuoto.
Questi inaccettabili fatti di cronaca non accadono solo per la presenza di poche mele marce, ma soprattutto perché viviamo in un paese che ha dato l’immunità e peggio accondiscendenza ai limiti della piaggeria, a queste mele marce.
Francesco Artusa