Pubblichiamo la lettera aperta di Francesco Artusa, presidente Sistema Trasporti. al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, in merito ai gravi fatti accaduti la notte di Sabato 4 Dicembre a Firenze, ovvero l’aggressione a Luca, un operatore NCC regolarmente ingaggiato a ore dalla piattaforma americana Uber, ad opera di un gruppo di tassisti che lo hanno inseguito a scopo intimidatorio fino a costringerlo a rifugiarsi nella caserma dei carabinieri Carlo Corsi.
LETTERA APERTA AL SINDACO DELLA CITTÀ DI FIRENZE SUI GRAVI FATTI DEL 4 DICEMBRE 2021
Egregio Signor Sindaco,
da presidente della prima associazione NCC italiana, ho il dovere di scriverLe in difesa dei nostri associati e della categoria nel suo complesso, per avere un Suo riscontro nel merito dei fatti gravissimi successi sabato notte e denunciati a mezzo stampa ieri a Firenze.
Sono certo sarà già stato informato, ma a beneficio di chi legge la presente, mi riferisco alle intimidazioni subite da un autonoleggiatore che prima ha cercato di seminare dei tassisti che lo inseguivano, poi ha dovuto rifugiarsi in una caserma dei Carabinieri.La categoria NCC aveva ricevuto delle minacce preventive veicolate da alcuni media. “Solo gli NCC di Firenze avrebbero potuto lavorare per Uber”, gli altri sarebbero stati “denunciati ai Comuni di provenienza”. Caduta nel vuoto, (perché senza alcun senso o base giuridica) qualcuno ha pensato di passare ai fatti, pedinando, insultando e infine intimidendo chiunque, secondo loro, arrivasse da troppo lontano.
Chi scrive non solo non ha alcun rapporto di lavoro con la piattaforma americana e quindi alcun interesse di parte da difendere, ma ha proposto interventi seri e strutturali nei confronti degli intermediari, tutti gli intermediari, che sarei lieto di illustrarLe in qualsiasi momento, ma al di là del fatto che rientra perfettamente nella norma vigente un servizio “a tempo” (cd disposizione a ore) per conto di un cliente a prescindere che questi sia un privato, un tour operator o un intermediario, una eventuale irregolarità va segnalata agli organi competenti. In nessun Paese civile è accettabile la (in)giustizia fai da te, fatta in questo modo.
In ogni luogo ove viga lo stato di diritto, le istituzioni, tra cui i sindacati, prenderebbero le distanze da fatti del genere. In Italia e nello specifico nella sua città, non solo il primo sindacalista che ha replicato non ha condannato la violenza, ma ha addirittura rincarato la dose cercando di minimizzare e dare la colpa alla vittima, come si usa nella peggior letteratura oppressiva.
Dunque Le chiedo, cosa dobbiamo fare? Lavorare in ossequio alle leggi con la paura di essere inseguiti? Oppure sono i tassisti a Firenze che decidono chi può lavorare e chi no?
Spero di poter sentire la Sua voce istituzionale quanto prima, fatti di questo tipo non credo possano essere ignorati da chi ha l’onere e l’onore di rappresentare una intera Città, garantendo il diritto al lavoro.Con rispettosa osservanza,
Francesco Artusa
Presidente Sistema Trasporti
